Il mio Consiglio - Maggio 2002

Quella del 27 maggio 2002 si può considerare una seduta "in tono minore": pochi punti all’Ordine del Giorno e inizio alle ore 20.45. Pubblico pressoché assente: non vi sono attenuanti al disinteresse, da parte dei cittadini-elettori, di fronte alle questioni di carattere politico amministrativo che riguardano da vicino tutti noi.

Debbo però dire che, proprio qualche ora prima della riunione, mi è capitato di avvistare, su un tabellone pubblicitario, la locandina di convocazione del Consiglio: si tratta di un prestampato a cui vengono aggiunti di volta in volta gli argomenti da discutere; a causa della pioggia, il foglietto aggiunto, attaccato con lo scotch, era irrimediabilmente staccato ed illeggibile. Sicuramente non è stata questa la causa della mancata partecipazione del pubblico; tuttavia penso che l’Amministrazione Comunale si potrebbe permettere una spesa maggiore per ottemperare a suoi precisi obblighi di tipo istituzionale. Chi come i "nostri" amministratori, vantandosi, spesso fa paragoni con altre situazioni limitrofe, dovrebbe prendersi la briga di osservare meglio le modalità con cui gli altri Comuni invitano i propri cittadini ad assistere ai Consigli Comunali. Tutti espongono veri e propri manifesti specificando in modo visibile gli argomenti di cui si discuterà.

REGOLAMENTO PER LA CESSIONE DEGLI EDIFICI DI EDILIZIA ECONOMICA E POPOLARE

Ultimo atto. Dopo innumerevoli discussioni, la maggioranza ha proposto il suo Regolamento. Pur considerando il fatto che il vicesindaco Miracoli ha acconsentito di variare l’articolo 5 che sanciva una stretta responsabilità dei Presidenti di cooperativa, non ci sono state altre concessioni. L’argomento più ostico e cioè il fatto che nel Regolamento non si facesse riferimento alle convenzioni in atto ma che le si intendeva sostanzialmente superate hanno portato me e Pozzoni ad esprimere un voto negativo. I consiglieri del Polo, dopo aver condiviso l’impostazione della maggioranza, hanno preferito cercare una scusa per un voto di astensione.

INTEGRAZIONE COMPOSIZIONE DEL COMITATO DI FRAZIONE S.VITO/FAGNANO

Due abitanti di S.Vito, la signora Paola Gioia e il signor Luciano Zilioli, hanno dato la loro disponibilità per far parte del Comitato di Frazione. Un’offerta ben accetta, soprattutto per un organismo che, sino ad ora non ha espresso a pieno le proprie potenzialità. Peccato che l’Assessore Sergio Perfetti, nel presentare la proposta, non abbia rispettato la prassi fissata dall’Amministrazione che all’art. 53 dello Statuto Comunale dice che i membri dei comitati di frazione debbono essere indicati dall’assemblea dei cittadini (o su proposta esplicita del Comitato stesso). Gatti ha convenuto che fosse necessario rinviare ogni decisione in proposito.

BILANCIO CONSUNTIVO 2001 DELL’AZIENDA SPECIALE A.S.GA.

L’A.S.GA, per l’ultima volta, ha presentato il suo Bilancio consuntivo 2001. Dal prossimo anno non lo farà più perché dal 1 gennaio 2002 è diventata una S.p.A. Il discorso introduttivo del suo Presidente Balzarotti è stato teso a dimostrare le brillanti prospettive che attendono l’azienda, ora gettatasi sul mercato, anche se…

Anche se, il Presidente si è sentito in dovere di tranquillizzare tutti, ma soprattutto se stesso: "al Comune rimarrà la proprietà delle reti, per non finire come in Inghilterra". Ecco il problema: gli esempi di liberalizzazione e privatizzazione selvaggi hanno dato così pochi risultati che ora si corre già ai ripari, almeno sul piano "ideologico". Il dramma non è nella scelta che l’Amministrazione ha fatto: vi è attualmente in Italia una legislazione che, per certi versi, costringe a muoversi in quella direzione. Il vero dramma è che gli attuali amministratori lo stanno facendo con entusiasmo.

SEI FIRME PER I REFERENDUM SOCIALI

PIU’ ARTICOLO 18.

Le aziende che hanno più di 15 dipendenti sono obbligate a reintegrare i lavoratori licenziati senza giusta causa. Oggi più della metà dei dipendenti sono impiegati in piccole imprese, tantissimi lavoratori non godono di questa garanzia e non beneficiano dei diritti sindacali elementari. Ti chiediamo 2 FIRME per estendere a tutti ogni tutela, abrogando questi limiti.

PIU’ SALUTE.

Ti chiediamo 3 FIRME per abrogare queste norme.

PIU’ SCUOLA.

La Costituzione prevede l’esistenza di scuole private, ma senza oneri per lo Stato. Invece i "Buoni scuola", i contributi vari alle scuole private sono soldi pubblici.

Gli istituti privati possono chiedere ad un quarto del loro personale di lavorare gratuitamente. Si sottraggono risorse alla scuola pubblica e si inseriscono le scuole private nel "sistema nazionale di istruzione".

Ti chiediamo 1 FIRMA per abrogare questi privilegi.

Vittorio Ciocca

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